Servizio Pastorale per la Famiglia

Il Percorso Emmaus: una tappa diversa…

Una profonda esperienza di comunione e di preghiera è quella che abbiamo vissuto nel pomeriggio del 31 marzo scorso, nella splendida cornice della chiesa della SS. Annunziata, ex cattedrale di Vico Equense.       Un’esperienza un po’ diversa dagli altri incontri avuti in questi anni dai partecipanti al percorso Emmaus col nostro Vescovo, aiutati nella preghiera dal canto della Soprano Maria Teresa Cuomo, accompagnata dal M° Andrea Paolillo.

Si legge nel vangelo di Marco al capitolo terzo che Gesù chiamò i dodici perché stessero con lui. Quella sera anche noi abbiamo voluto stare con Gesù, confidargli le nostre ansie e preoccupazioni, vivere un momento di intimità con Lui, insieme ai fratelli con i quali condividiamo un cammino, ascoltare cosa voleva dire al nostro cuore, fermare il frenetico ritmo della nostra vita e, come la sorella di Marta e Lazzaro, Maria di Magdala, che si mise ai piedi di Gesù per ascoltarlo, scegliere anche noi la parte migliore, che non ci sarà tolta, perché una sola è la cosa di cui c’é bisogno: stare in comunione con Lui!

Davanti a Gesù esposto solennemente, abbiamo iniziato ascoltando il brano evangelico di Luca che racconta l’ultima cena di Gesù, prima della Sua passione. Un rappresentante, poi, di ognuno dei tredici gruppi diocesani che frequentano il Percorso Emmaus, ha recitato, dopo aver acceso una piccola candela, una preghiera preparata dal gruppo. Toccanti e profonde, le preghiere hanno commosso tutti (le alleghiamo a conclusione dell’articolo).

Il nostro Pastore, Mons. Francesco Alfano, ha poi spezzato a ciascuno dei presenti la Parola con sapienza e amore.

Riportiamo una sintesi della sua catechesi:

Gesù aveva trascorso ormai tre anni insieme ai suoi discepoli, ne conosceva le fragilità, nonostante ciò, ha desiderato renderli ancora più partecipi della Sua vita. Cogliendo l’occasione della Pasqua ebraica, li coinvolge nella preparazione della sala, chiedendo loro qualcosa di cui erano capaci. Così fa anche con noi, ci chiede piccoli gesti concreti, uno alla volta. Gesù non ha cercato i perfetti, ma i peccatori, i deboli e li ha fatti suoi discepoli, fino all’ultimo istante della Sua vita! Ricordiamo il malfattore crocifisso accanto a Lui, che, attraverso “un pizzico di preghiera” (ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno), viene introdotto da Gesù in Paradiso.

Tornando all’ultima cena, il Vescovo ha spiegato l’atmosfera di intimità familiare che Gesù ha creato con i suoi discepoli, dedicando loro del tempo, manifestando le Sue emozioni (ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi), ha davanti la sofferenza che Lo aspetta, ma l’amore per loro e per tutta l’umanità è più grande! Dopo aver ringraziato e benedetto il pane e il vino, li ha distribuiti, perché tutti ne partecipassero, riconoscendosi fratelli. Il frutto della vite rappresenta tutto quanto c’è di bello nella vita, che è dono di Dio, il pane è segno della nostra partecipazione alla creazione, attraverso il nostro lavoro. Gesù dona il Suo corpo attraverso i segni del pane e del vino, per darci tutto di sé e valorizzare, attraverso la Sua, la nostra corporeità! Fate questo in memoria di me, cioè donatevi anche voi come ho fatto io, partecipate intensamente a questo flusso d’amore che parte da me e coinvolge tutti.

L’Eucaristia non è un premio, un merito che dobbiamo acquistare, ci dobbiamo si preparare, ma per imparare a donare tutto di noi, la nostra stessa vita, rappresentata dal sangue che Gesù offre come segno dell’irrevocabile Patto d’amore che ha stretto con l’umanità. L’Eucaristia è un dono! Continuiamo allora il nostro cammino e diciamo al Signore il nostro “grazie” perché il Suo amore è veramente grande!

A conclusione dell’adorazione eucaristica, il nostro Vescovo ha salutato ciascuno dei partecipanti, consegnando in ricordo di questo pomeriggio, un segnalibro con questa preghiera/meditazione:

Il servizio diocesano di Pastorale della Famiglia